Mi sono sempre piaciute le sfide di self-improvement, forse perché sotto sotto ci tengo a migliorare me stesso senza dover per forza gareggiare o primeggiare con gli altri.

Per questo motivo ultimamente sto cercando di mettere alla prova il mio utilizzo di strumenti digitali portandomi alle volte “al limite di sopportazione” rispetto alle mie routine. Dopo aver deciso di riabilitare le spunte blu di WhatsApp per un periodo, stavolta ho deciso di fare un fioretto (insolito per me) per la quaresima, rinunciando a pubblicare sui social per 40 giorniproprio ora che mi ero preso bene con le stories!

Con somma gioia racconto qui, sul mio blog-diario da neoteenager trentenne (e fatemi godere per una volta il fatto che “i trenta sono i nuovi venti“!) quella che è stata la mia esperienza.

I primissimi giorni sono stati difficilissimi! 😩

Sarà stata l’abitudine dei mesi precedenti, sarà stata la montagna di materiale accumulato per post successivi, sarà stata una situazione emotiva particolarmente complicata…sta di fatto che i primi giorni ho fatto davvero fatica a non pubblicare nulla.

via GIPHY

 

I giorni successivi, a partire dalla seconda settimana, in realtà sono stati un pochino più semplici, ma…sono entrato in un periodo della mia vita in cui sono successe moltissime cose! Mi sono reso conto che io (come molti di noi) sono abituato ormai a condividere tantissime cose, sia di routine sia straordinarie, che mi accadono durante la vita. Ecco…la seconda settimana è stata una di quelle finestre nella vita nella quale succedono tantissime cose, sia belle che brutte, che vorresti condividere con tante persone.

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Ne elenco qui solo alcune che mi hanno visto sia come operatore dietro le quinte, sia come protagonista in primissima persona e che mi sarebbe piaciuto condividere sui social, ma che alla fine (fino ad ora) ho tenuto per me: situazioni lavorative incredibili e ai limiti dell’assurdo, un nuovo viaggetto in Inghilterra, l’avvio delle attività dei Templari Cattolici  nel Regno Unito, la visita ad un parente lontano, un lutto in famiglia , una nuova vita che è arrivata su questa terra, una bellissima nevicata, nottate bollenti, l’espressione di emozioni fortissime tramite musica/scrittura /canto (va beh ci ho provato) e sport, un viaggio in solitaria nei boschi innevati, eventi sportivi più unici che rari, la pubblicazione delle scoperte relative al sensazionale ritrovamento dell’unica tomba di un Maestro Templare (medievale eh, mica si scherza qui), l’organizzazione di attività benefiche in favore dei terremotati, dei poveri, degli ultimi, il lancio di nuove iniziative per pellegrinaggi in moto, un ritiro spirituale storico a Roma sotto l’acqua battente, un addio al celibato…ehm…sobrissimo, un matrimonio eroico, intensissimi momenti di preghiera, meditazione e adorazione per tutta la notte, anche col freddo gelido di questo inverno ormai traslato in avanti di un mese…

 

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Insomma, in questi 40 giorni di astinenza dalle pubblicazioni sui social sono stato simbolicamente e realmente messo a dura prova nella mia volontà e nelle mie intenzioni, in qualche modo tentato anche io là dove difficilmente avrei resistito. Alla fine, tranne che per le pagine Facebook e Instagram e LinkedIn dei miei clienti in Web Heroes, ho utilizzato pochissimo i social se non per rispondere talvolta quando necessario. In realtà devo confessare di avere un pochino imbrogliato: una volta ho ripostato un contenuto pubblicato da un’altra persona e i primi giorni ho chiesto ad alcuni amici di pubblicare loro sulla mia bacheca taggandomi eheh (#loser) 😂…ah quasi dimenticavo: ho aggiornato la foto profilo di WhatsApp…cosa che non facevo da almeno 1 anno, ma tanto penso che non la guardi nessuno.

Ah a quanto pare in contemporanea al mio esperimento ne avveniva uno simile, ma della durata di soli 7 giorni presso l’Università di Copenhagen. Il risultato è il seguente: “Chi aveva fatto una pausa dal social presentava un aumento del livello di soddisfazione per la propria vita e delle emozioni positive […] anche se solo per pochi giorni”.

 

Tutto questo è servito a farmi capire un paio di cose.

La prima e più importante è che ho la fortuna di avere una famiglia davvero straordinaria: anche nei momenti di difficoltà, nonostante le innumerevoli differenze, ci siamo avvicinati ancora di più.

La seconda è la considerazione di quanto ormai siano importanti e invasivi nel quotidiano i social, soprattutto perché li abbiamo ormai elevati in buona parte ad archivio delle nostre memorie: perlomeno per me è così e questo periodo me l’ha confermato.

La terza è che sono abbastanza vecchio ormai da capire esattamente cosa voglio: se voglio parlare/stare con una persona la chiamo…non sto più ad impazzire per un qualche tipo reazione/interazione sui social come scusa per avviare la conversazione.

 

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In conclusione penso che prossimamente proverò ancora a mettermi alla prova, forse perché questo è proprio lo spirito del Templare: cercare di superare sempre sé stessi, là dove il Miles, ovvero il soldato , è chiamato ogni giorno a superare il suo Limes, il limite (anagramma di Miles).

Questo faccio ormai da tanti anni e questo mi ha permesso di diventare l’uomo che mai avrei pensato di poter diventare, a prescindere dalla semplice pubblicazione o meno sui social. Qualcuno mi ha chiesto perché pubblico così tanto. “Tanto” è relativo. In realtà pubblico pochissimo rispetto a ciò che penso e faccio in realtà. Allora mi hanno come riesco a fare così tante cose nella mia vita. Ho risposto che ho sperimentato il vuoto, l’ho vissuto, mi ha preso ma sono riuscito a sfuggirgli.

…e non ho alcuna intenzione di farmi prendere di nuovo.

Ma questo potrebbe essere argomento di un altro post.